Sotto il fornello della cucina, una
grossa busta Ikea. Nessun motivo preciso per essere lì, eppure tutto
ciò aveva senso.
Quel mobile lo aprivo tutti i giorni e
tutti i giorni mi andava di ricordare. Non di quella busta in
particolare, ma dell'Ikea e di quello che fu per me negli anni.
Un particolare che passa senza mai
andar via.
Dapprima fu un pomeriggio, timida e
imbarazzata con il solo scopo di poter dire, sì anche io.
Poi fu l'amico e il suo nuovo lavoro,
aneddoti raccontati nelle sere d'inverno.
Poi fu un ragazzo conosciuto appena, un
auto troppo carica, di cose troppo inutili.
Poi fu la volta della mia prima casa,
buste troppo pesanti nella calda sera estiva.
Poi ci conoscemmo e andai con lui, di
nuovo senza motivo che fantasticarne uno.
Evitai di andarci, mesi più tardi, e
forse dentro di me un motivo già c'era.
Adesso sono qua, in cerca del
parcheggio, mia figlia dorme e non la vorrei svegliare. Sembra ieri,
è la busta che mi ricorda che il tempo è sovrano.
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