Il caldo era atroce. Il sole batteva a
picco e le due ragazze erano accalcate in mezzo a tante altre come
loro. Finalmente le fecero entrare, ma furono costrette tutte entro
lunghi corridoi bui, la situazione non era affatto migliorata.
"Io te lo avevo detto che era
così!"
Sara si rivolse all'amica che aveva
perso la spavalderia della mattina.
"Aspetteremo, non è un
problema."
Rosa voleva apparire fiduciosa, in
realtà un grande sconforto bussava alla sua porta.
"Devi venire prestissimo, aspetti
delle ore e poi quanto? Due tre minuti al massimo, e non ti
richiamano mai."
Rosa le credeva, Sara non era nuova a
quel tipo di audizioni, ma voleva comunque la sua possibilità. Per
lei era molto importante, Sara non lo ignorava, era andata là solo
per accompagnarla. Rosa sapeva benissimo di non essere brava
tecnicamente come lei e quella era la sua prima audizione, mentre
l'amica aveva iniziato a fare i primi provini quando era
piccolissima. E non era mai stata presa. Però Rosa aveva qualcosa in
più, aveva la forza della determinazione, Rosa aveva davvero bisogno
di essere accettata. Rosa doveva ottenere il suo riscatto, Sara non
ne aveva bisogno.
Le due ragazze si erano conosciute anni
addietro, quando Rosa era stata iscritta per la prima volta a un
corso di ballo. Indossava scarpette strette e un tutù color
confetto, e saltellava di gioia nella grande sala con gli specchi
alle pareti. Era la più grande delle allieve del suo corso,
quell'anno aveva vinto la sua prima grande battaglia contro i
genitori, smetterla con la piscina e iscriversi a danza classica,
come avrebbe sempre voluto. Non era colpa sua se Viola, maggiore di
lei di molti anni, era una nuotatrice provetta. Lei odiava l'acqua e
non invidiava minimamente le tante medaglie della sorella. Rosa
voleva ballare.
Ben presto fu chiaro che era dotata di
un talento innato, faceva progressi sorprendenti e venne promossa a
un corso avanzato. Con il passare degli anni iniziò a frequentare
anche altri corsi e conobbe la figlia del titolare della scuola, Sara
appunto. Crebbero insieme e divennero molto amiche, ma Rosa non smise
mai di provare una segreta invidia.
Sara non aveva mai dovuto lottare per
poter ballare, da quando compì sedici anni iniziò a insegnare nei
corsi per principianti, e una volta adulta avrebbe preso la gestione
dell'intera scuola. La danza era la sua vita, lo era sempre stata e
lo sarebbe stata per sempre, se avesse voluto. Per Rosa non era così
semplice; Rosa era la sorella minore di Viola, quella buona, quella
bella, quella intelligente, quella capace, quella che non si perdeva
in stupide frivolezze come la danza.
La passione di Rosa per ballare, per il
teatro, per la recitazione e quant'altro non era mai andata a genio
ai suoi genitori, che l'avrebbero voluta seria e diligente come la
sorella. In quei giorni Viola era appena partita, dopo una brillante
laurea in economia, aveva trovato un ottimo impiego a Stoccolma. I
genitori erano orgogliosissimi di lei, quanto delusi dalla figlia
minore. Dopo aver finito la scuola, Rosa si era subito cercato un
impiego ma, qualsiasi cosa trovasse, non riusciva a tenersi il posto
per più di qualche mese.
È svogliata, distratta, maldestra,
incapace e per di più continua a perdere tempo dietro a frivolezze.
Rosa sapeva benissimo che non era così,
aveva avuto solo tanta sfortuna, la rabbia di non riuscire a
dimostrarlo bolliva in lei e la portava a combinare solo altri
disastri; la settimana prima, che esempio lampante, aveva perso la
sua ultima occupazione e ancora non aveva avuto il coraggio di dirlo
ai genitori. Lavorava part time in un salone di parrucchieri ed era
arrivata in ritardo a causa dell'ennesima lite con la madre, sulla
danza precisamente. La donna voleva che la figlia la smettesse di
insegnare nella scuola dell'amica, anche lei come Sara aveva iniziato
a fare da maestra alle allieve più piccole, giusto un paio di ore la
settimana, per cercarsi un'occupazione seria dato che anche il salone
di bellezza non le piaceva molto. Tra il ritardo e un increscioso
errore sulla tintura di un'anziana signora, Rosa proprio non riusciva
a concentrarsi, pensava e ripensava con rabbia alle parole della
madre, che sembrava disprezzare il suo mondo, e cercava la maniera per
riscattarsi, fu mandata via senza tanti complimenti. Proprio la
sera stessa che trovò l'annuncio dell'audizione sul giornale e,
fattolo vedere all'amica, la convinse a partecipare.