venerdì 20 settembre 2013

Il terrazino


La grande casa è silenziosa, una quiete irreale regna tutt'intorno. Il prato al'inglese perfettamente curato, la magnolia mostra al mondo le prime gemme della stagione; nel luminoso salotto una giovane, cingendosi le gambe al petto, sul morbido divano bianco, legge un voluminoso libro.
È sola.
I rumori più insignificanti prendono forma per sottolineare la sua solitudine, ogni suo gesto è lento, fluttuante. Quella villetta è bella, certo, ma a lei non piace; quell'esistenza lussuosa è allettante, sì, ma lei preferirebbe la sua vita di prima.
Aspetta con ansia il suono del citofono, un'anziana signora rotondetta e gioviale, maestra elementare in pensione, nonchè sua vicina, verrà a farle visita per il tè. Insieme mangeranno la crostata di more, infornata nella mattinata, e la giovane penderà da quelle rugose labbra, prosaiche confidenze di inestimabile valore.
Anni prima lei era una pasticcera, giovanissima, bellissima, sempre stanca, una pasticcera che lavorava nel cuore di New York. È ancora giovane ma guarda la sua vita scorere inerte, è ancora bella ma spenta, non è stanca ma non c'è più niente da fare in questa terra straniera. Ha seguito un uomo e continua ad aspettarlo, ogni giorno, ogni sera, lui tornarà per chiudersi nella piccola palestra in taverna o in uno dei tre studi al piano superiore.
Ilary ha sposato un uomo di successo. Ilary è la moglie di Giacomo.

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