lunedì 17 giugno 2013

La redazione


La grande stanza caoticamente ordinata, brulicante e indaffarata, gioviale e stressata, accogliente e asettica, familiare sì e no.
Via Della Cenere, un viale alberato della capitale, al numero 38 una palazzina di sei piani in stile liberty. Quattro di questi piani, gli ultimi quattro di questi piani, sono occupati dagli uffici della redazione del noto mensile.
Ore 12:30 di una tiepida mattina di Maggio, andiamo.
Uomini brizzolati, ma dall'aria giovanile, scrivono con la testa china e lo sguardo fisso nei loro pensieri, giovani stagiste dalla pelle fresca scivolano tra le scrivanie con tonnellate di fotocopie, due redattori chiacchierano, in coda alla macchinetta del caffè. Imbevibile, come in ogni altro ufficio di quella città.
Un telefono squilla e la risposta non si fa attendere, squilla un secondo e il suono si perde tra i tanti suoni del locale.
I colori sono chiari, la luce che entra dalle veneziane accarezza i tavoli, lievemente, come per non essere troppo invadente. Una segretaria prende appunti, al suo fianco, il giornalista appena assunto rilegge il suo pezzo.
Lentamente, la redazione inizia a svuotarsi.
Si allontanano a gruppetti, parlando del più e del meno, lasciano vuote le scrivanie, che vuote non sono, ad attenderli. Alcuni devono ancora alzarsi, intenti in qualche compito impegnativo, altri sono già tornati, una riunione per i redattori della sezione viaggi è in programma per le 13, due ragazze, poco più che bambine hanno sgranocchiato una mela, nel corridoio parlando fitto, passano due uomini, diretti non saprei, con sonora voce commentano una partita di calcio.
Questa è la redazione in cui lavora Giacomo, in un'imprecisata giornata di metà settimana.

Nessun commento:

Posta un commento