Ho sbagliato, l'ho capito. Ogni gesto
di quei mesi è stato solo un errore. Quello che volevo eri tu, sei
tu, ma ogni cosa, ogni singola azione, non ha fatto altro che
allontanarci. Anche se le compievo col cuore, anche se erano le strade
che credevo mi avrebbero portato da te.
Lo so, non ci credi. Potevi pensarci
prima, dicesti, hai sbagliato ogni cosa, mi hai accusato, mi hai
perso per sempre, quante volte mi hai minacciato.
Poi un'altra possibilità, un altro mio
errore, ogni volta temevo che fosse l'ultimo che mi concedevi. Poi
quello fatale che ti ha fatto scappare, che ti ha fatto voltare le
spalle, questa volta per davvero. Ed io a piangere e ad aspettare un
tuo ritorno che mai c'è stato e mai ci sarà. Lo volevo più di
quanto si può volere, ma ma il coraggio di chiedertelo ho avuto.
Ce l'ho anche ora, anche se temo che
sia troppo tardi...
e in quel punto, praticamente alla fine, la penna smise di scrivere, finì l'inchiostro e morì.
Quel briciolo di barlume, simulacro di
coraggio, le fuggì di mano, come la penna inerte tra le dita. Cambiò
idea e non terminò la lettera.
Ancora se ne pente, ma ora è tardi.
Allora non lo era.
Accadde così.
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