mercoledì 19 giugno 2013

La lettera


Ho sbagliato, l'ho capito. Ogni gesto di quei mesi è stato solo un errore. Quello che volevo eri tu, sei tu, ma ogni cosa, ogni singola azione, non ha fatto altro che allontanarci. Anche se le compievo col cuore, anche se erano le strade che credevo mi avrebbero portato da te.
Lo so, non ci credi. Potevi pensarci prima, dicesti, hai sbagliato ogni cosa, mi hai accusato, mi hai perso per sempre, quante volte mi hai minacciato.
Poi un'altra possibilità, un altro mio errore, ogni volta temevo che fosse l'ultimo che mi concedevi. Poi quello fatale che ti ha fatto scappare, che ti ha fatto voltare le spalle, questa volta per davvero. Ed io a piangere e ad aspettare un tuo ritorno che mai c'è stato e mai ci sarà. Lo volevo più di quanto si può volere, ma ma il coraggio di chiedertelo ho avuto.
Ce l'ho anche ora, anche se temo che sia troppo tardi...

e in quel punto, praticamente alla fine, la penna smise di scrivere, finì l'inchiostro e morì.
Quel briciolo di barlume, simulacro di coraggio, le fuggì di mano, come la penna inerte tra le dita. Cambiò idea e non terminò la lettera.
Ancora se ne pente, ma ora è tardi. Allora non lo era.
Accadde così.

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