Non sapeva come era entrata in lui, ma
era così.
Era un bambino e già la sua storia era
lì dentro, nel piccolo corpicino vivace, non la voleva raccontare a
nessuno perché lo avrebbero preso in giro, non la poteva scrivere
perché scrivere non sapeva.
Divenne un ragazzo, e la storia crebbe
con lui, ancora non la scrisse. Doveva maturare e la storia sarebbe maturata con lui.
Maturò dunque e lei insieme. Adesso sì
che poteva scriverla, ma sapete, il primo lavoro, la prima macchina,
la prima relazione, il giovane uomo era troppo occupato e tenne
ancora la storia dentro.
Poi fu pronto, ma dovette partire; andò
lontano fino in America, e si portò dietro la storia.
Tornò che era un uomo e la moglie lo
seguiva, ignara della storia che li accompagnava. Lui allora pensò
che non era il momento, non parla di lei, ne rimarrebbe delusa.
Poi furono i figli e lui si occupò di
badare a loro. Essi crebbero, e l'uomo si ricordò della storia,
sempre lì, fedele al suo fianco.
La moglie, meno fedele, se ne andò e
fu la volta della salute che prese il volo.
Appena starò meglio la scrivo, pensava
l'uomo, dal suo letto.
Ma con la salute arrivarono i nipoti, e
non ci fu più tempo.
Divenne cieco e la mano prudeva, per
quella storia non scritta.
Decise di raccontarla a Gioia, la
nipote più cara, ma attese ch'ella fosse cresciuta. Gioia, bella
ragazza oramai, voglia non aveva più di ascoltare il nonno.
Ieri quest'uomo è morto, portandosi
con sé la sua storia.
Credetemi, era una bella storia.
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