Successe per caso, come per caso tute
le più belle cose accadono.
Erano i giorni in cui il ferro da stiro
mi aveva abbandonato, la pila delle camicie continuava a salire e io
continuavo a rimandare l'acquisto. Quel giorno mi decisi e andai al
negozio di elettrodomestici, furono quei prezzi tropo alti, il
commesso scontroso o la gente sempre tropo irritata. Non lo so. Uscii
e entrai in un piccolo bar buio e poco invitante.
Dentro c'erano solo un vecchio e un
bambino che giocavano a carte.
Ordinai una cioccolata e mi sedetti in
disparte. Mentre mi stavo riscaldando con la mia bevanda il bambino
venne timidamente verso di me.
Lei è una fata?
Chiese sottovoce. Sulle prime non
intesi, pensai di aver capito male.
Lei è una fata?
Chiese di nuovo e, preso coraggio, mi
confidò.
Il nonno dice che le fate bevono la cioccolata per
alimentare i poteri magici, lei è una fata, vero?
Vidi il vecchietto sorridere da lontano
e annui per far felice il piccolo.
Non ho mai giocato a carte con una
fata.
Sembrava un invito, non so se lo era,
comunque accettai.
Il pomeriggio trascorse veloce col
bambino che sognava di diventare un maghetto e il nonno che gli
raccontava storie, inverosimili ma molto belle.
Io parlai dei miei tanti poteri e la
sera, tornando sui miei passi, un poco magica mi sentivo davvero.
Può sembrare strano ma quando ripenso
al bambino dai grandi sogni e al vecchietto con la candida
immaginazione, mi sembra che ogni cosa sia in mio potere.
Nessun commento:
Posta un commento