mercoledì 27 marzo 2013

Maggy


Quella notte non dormì, come le precedenti. Appena la luce fece capolino tra le fessure della tapparella, con passo stanco si diresse verso il bagno. Formaggio, tutta la casa odorava di formaggio da quando Maggy l'aveva lasciato. Lui se ne rendeva conto e non riusciva a mandarlo via, era questo il punto.
Si bagnò la faccia e nello specchio vide solo l'ombra dell'uomo che era stato. Che era solo fino a poco tempo fa, finché c'era lei.
Maggy, ancora la sua saponetta colorata sopra il lavabo, ancora i suoi asciugamani con il ricamo in fondo, ancora il suo accappatoio di spugna pesante.
Quelle occhiaie lo facevano sembrare un fantasma, occhiaie blu sul bel viso sciupato.
Con gli occhi semichiusi aspettò che fosse pronto il caffè, anche il fischio della moka pareva un lamento. Prima che Maggy se ne andasse gli preparava tutte le mattine la colazione e lui la guardava, appoggiato alla porta, ebbro di gioia. Poi si sedevano e mangiavano insieme.
Uscì di casa come uno spettro e non gli interessava di tornarci presto. Quando lei lo aspettava a sera agognava il tramonto ogni minuto.
Nulla le rimaneva di tutto ciò che aveva prima, solo una pietra cui portare fiori.

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