Si trovò del tutto bloccato, inerme
nella sua condizione. Non poteva far altro. Gli ordini erano stati
chiari e netti, non era difficile. Aveva fatto quello che doveva e
poi aveva aspettato l'autorizzazione per procedere. Questa
autorizzazione non arrivava e ciò costituiva il problema.
Certo, se avesse avuto più libertà
non avrebbe agito a quel modo, ma gli ordini erano fin troppo chiari
e precisi.
Prostituzione intellettuale, una mera
mano esecutiva, altro che libertà.
Ma il tempo stringeva e lui non poteva
procedere. Già da prima non ce ne era tanto, adesso poi, con questa
inutile attesa, sarebbe stato un tour de force. Incredibile riuscire
a finire entro i limiti. Ma fino a che non arrivava il via libera non
poteva. Odiò la sua posizione, per la centesima volta in quei mesi, e
si sedette ad attendere.
Ormai lo sapeva, finché non aveva una
risposta non riusciva a fare altro, non sarebbe riuscito ad
organizzarsi in niente.
Sedette vicino al telefono, lo sguardo
fisso al muro, armato della più grande pazienza.
Un certo languorino gli solleticava lo
stomaco e si accorse che era ora di pranzo, ma non si alzò. Anche
recuperare qualcosa da magiare era fuori dalle sue attuali capacità.
Eppure dopo, nelle lunghe ore di lavoro frenetico e senza sosta,
questo pasto gli sarebbe tornato uitle. E i suoi superiori erano
probabilmente davanti a un tavolino. Non importava, non riusciva a
concentrarsi su nient'altro non fosse l'attesa, la lunga attesa che
caratterizzava quel suo dannato modo di essere.
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