venerdì 15 febbraio 2013

Onirico


Un caldo onirico avvolge tutto il corpo, parte dai piedi e risale, immobilizza le gambe, avvinghia il busto con invisibili quanto mortali spire, le braccia cadono inerti senza più altra possibilità. Arriva alla gola e qui esplode, un urlo che mai si librerà, il respiro affannoso ormai. Vorresti chiedere aiuto ma non puoi.
Il volto è una maschera, rossa, gonfia, sfigurata da questa fiamme che non vedi. Ma ci sono, le senti, sono li con te. La bocca è asciutta, gli occhi bruciano, dove sono finite le lacrime che potrebbero lenirli?
Vedi bianco, a tratti, svenire è vicino, lo sai, lo temi, lo vuoi, anche, ma ne hai paura.
Non si deve svenire in questa brace, o sì?
Senti voci, non sono vicine, non sono lontane, sono là. Semplicemente una lingua che non conosci, la musicalità di un ritmo che non riesci a seguire, suoni aspri, suoni melodici, suoni lunghi suoni aspirati. Si accavallano, come studiata precisione.
Niente intorno a te ha senso, le immagini sono confuse, ma non ha importanza. Un particolare ha colpito la tua vista, adesso esiste solo quello. Sono scarpe da donna, alte scollate, volgari. Ti ripugnano quasi, ma non puoi fare a meno di fissarle. Intorno qualcosa succede, ma non è per te. Tu prosegui il tuo viaggio, con quel caldo, con quei suoni, con quelle scarpe. E basta.
Arriverà?

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