Non aveva un nome, il cane, e, in
fondo, non era nemmeno suo. Un giorno era comparso lì e di una
carezza aveva fatto la sua casa. Compariva ogni mattina con la sua
andatura sghemba e, fattosi buio, si ritirava tra le ombre della
notte. L'uomo non sapeva dove andasse a dormire e, in fondo, non gli
interessava. Gli faceva un poco di compagnia nei giorni più vuoti e
questo era.
Alcuni giorni erano mortali, non
passava neppure un auto. In altri andava meglio, arrivavano in fila
dalla città a pochi chilometri e lasciavano i loro ferri vecchi. Lui
indicava i cassoni giusti, dava una mano a scaricare anche.
Guardava le facce, studiava i sorrisi,
calcolava gli accenti. Si sentiva in compagnia, anche solo per un
minuto.
Poi le auto ripartivano, riportavano i
guidatori alle loro vite, belle, brutte e mediocri. Lui rimaneva là
con il suo cane che non era nemmeno suo, il suo mozzicone sempre a
metà e quel volto che non conosceva tempo. Da anni era questa la sua
vita.
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