lunedì 18 febbraio 2013

Il racconto

La donna camminava con passo svelto e sicuro, incrociando altre donne come lei, rallentate dalla borsa della spesa, incrociava uomini in giacca e cravatta al rientro di una giornata in ufficio, incrociava ragazzi a gruppetti lungo la via.
Non prestò a nessuno la minima attenzione, proseguì per la sua strada, precisa e sicura. In fondo alla via il passaggio era meno intenso, luci spente alle finestre e silenzio nella sera. Girò a sinistra e si perse ancora di più nel nulla.
Rocky le trotterellava vicino, silenzioso e zampettante, come un bassotto qual era. La donna accelerò l'andatura, girò di nuovo a sinistra, procedette un poco poi si sedette su una vecchia panchina arrugginita.
Sembrava che conoscesse bene la zona, come il cane sembrava che conoscesse molto bene la sua parte. Non si mise a scorrazzare felice ma si accucciò ai piedi di questa.
Rimasero un po' in silenzio, poi il cane alzò la testa, molto, molto lentamente, e la guardò.
Lei non aspettava altro.
"Sai" gli disse carezzandogli il pelo "la prima sera mi portò qua. Non era così abbandonato come ora, era bello, era primavera ed era tutto un fiore".
Rocky non la guardava più, ma ormai era partita, sarebbe arrivata fino alla fine della storia. Era così tutte le sere, da anni che più non si contano.
Almeno, quella sera non pioveva.

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