martedì 26 febbraio 2013

Gianni


Si chiamava Gianni. Gli venne in mente quella note in cui il sonno non voleva venire. Se ne ricordò come fosse ieri. Michele stregò la notte con quel fatto lontano.
Aveva diciotto anni e ancora riusciva a gioire per nulla. Gianni e lui erano inseparabili, tutti gli amici scherzavano di questo, tutti gli amici lo conoscevano. Che bello quel periodo, se avessi tempo ve ne parlerei di più. Volarono quei mesi, come altri mai nella sua vita, furono gli unici mesi in cui non si divisero mai. Poi Michele capì che era tempo di dire basta. Era finito il tempo per Gianni, solo nei giorni più importanti sarebbero stati insieme.
E così fu.
Gianni andò con lui alla maturità, in quel viaggio in camper con tanti amici, Gianni c'era al suo matrimonio e anche il giorno in cui comprò casa. Nacquero i suoi figli e Gianni era lì, e in tutti gli altri momenti che lo segnarono davvero.
I vecchi amici lo incontravano e sempre gli chiedevano, ma lui dov'è? Nessuno se ne era dimenticato.
Andò in India e Gianni con lui, andò in Senegal e accadde lo stesso.
Poi fu la volta della Cina, Gianni c'era ma non tornò a casa. Michele se ne accorse solo in aeroporto e la consapevolezza si fece strada tra i pensieri.
Non aveva perso Gianni, aveva perso gli ultimi barlumi di spensieratezza ormai smarrita, nulla poteva riportarla indietro.
Gianni, il suo accendino Gianni, era rimasto in Cina, e la gioventù di Michele con lui.

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