mercoledì 30 gennaio 2013

Quella mail


Ricordo tutto come fosse ieri. Stavo lavorando ed ero in assetto pomeridiano; per chi ancora non lo sapesse il mio assetto pomeridiano è il seguente, divano, portatile aperto, sette otto penne, bottiglia d'acqua, quattro o cinque blocchetti di appunti. E per terra un tè e un caffè, che mi aspettavano entrambi. Non so decidere a priori quale mi andrà prima, tanto li bevo freddi.
Mi squillò il telefono ed era lui.
Stavo lavorando bene, ed ero anche scocciata dall'interruzione, tuttavia risposi. Parlammo del più e del meno, avevo posato la penna, e scorrevo stancamente le ultime notizie dei siti d'informazione, che seguo più regolarmente. 
Niente di interessante era uscito di nuovo.
Aprii allora la posta e digrignai. Forse lui mi sentì anche. In quelle poche ore, un numero troppo alto di mail era venuto a turbare la mia serenità; cominciai a scorrerle con noia calcolata, alcune le cancellai a priori, ad altre diedi prima una veloce occhiata, altre ancora le misi da parte per leggerle poi, con maggiore calma.
Poi vidi quella. E non esisteva più niente. 
Finalmente, da mesi l'attendevo. Adesso dovevo solo leggerla. Avrebbe potuto cambiare la mia vita, non era facile.
Aprila, disse lui e il computer sembrava aver iniziato a navigare assai lento.
Attendo un tuo scoppio di ira, disse poi, pensando il peggio.
Ma non ci fu, era quella, la bella notizia che aspettavamo.

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