Doveva cambiare città molto spesso per
lavoro, ma non così spesso da non riuscire ad affezionarsi.
Per lui
cambiare città era bello, ma era anche strano, era strano lasciare
quella vecchia, una sorta di lungo addio che dura mesi e mesi, mesi
dal gusto agro di un frutto acerbo.
Il problema non stava nella città in
sé, le città si assomigliano tutte, in fondo. Il problema era il
bar lungo la via, il supermercato all'angolo, la strana cadenza delle
persone del posto, l'acidità costante della vicina di casa, il
profumo particolare delle giornate di festa.
Il problema erano le piccole cose che
la rendevano viva, gli si attaccavano dentro e gli chiedevano di
rimanere. Ogni giorno era quel lungo addio, che si ripeteva fino a
che non giungeva il momento di partire, ed allora era come se da
quelle cose non si fosse staccato mai.
Nessun commento:
Posta un commento