Trillò il telefono e lei non si mosse.
Era un vecchio telefono, di quelli neri, pesanti, arrogantemente
appoggiato sulla scrivania, con la sua solidità.
Trillò ancora, lei appoggiò la penna
e sollevò la cornetta. Attese un attivo, sentiva il respiro
dall'altra parte del filo.
Pronto, disse piano.
La voce che le rispose non era quella
che si era aspettata. Una manica del maglione le scivolò fino al
gomito.
Sì, mi dica.
Iniziò a sfogliare la sua agenda,
trovò quello che cercava e lo lesse attentamente.
Ascoltava senza replicare.
Mi dia un secondo.
Disse infine.
Sfogliò di nuovo l'agenda, con una
calma furiosa che non le apparteneva. Si può fare.
Iniziò a scrivere, quello che la voce
le diceva con una grafia precisa, tonda e veloce, al centro della
pagina.
Guardate, è un indirizzo e un numero
di telefono. Nessun nome, nessuna nota.
Se non deve dirmi altro, arrivederci.
Ma non c'era astio, in queste parole
fredde.
Mise giù la cornetta, sospirando.
Sistemò la manica del maglione, e riprese la sua occupazione.
Come se niente fosse.
Nessun commento:
Posta un commento