Le vacanze appena terminate. Penombra
della casa, chiusa tre settimane, odore di loro, di pelle salata e
capelli bruciati dal sole. Li aspettava, con le loro valigie piene e
il loro sapore di mare.
Lei si lascia cadere sul divano, chiude
gli occhi, pace, lui prosegue lungo il corridoio, inquietamente in
cerca di qualcosa.
Rumori familiari ma dimenticati,
sospesi nel limbo del ritorno alla normalità. Rito di
riappropriazione.
Ma chi sono io, lui o lei?
Non ora, ti prego, c'è tempo, adesso
facciamo l'amore. È lei ma non lo dice, lo pensa soltanto, una luce
nei suoi occhi dipinge i suoi pensieri. È una luce che sente anche
lui, dalla camera, è una luce che lo fa tornare indietro a cercarla.
Sei qui. Già.
La corta gonna di lei, il costume di
lui, la maglietta che scopre la nuda schiena di lei, e quella di lui
che non copre più il giovane corpo abbronzato. Fuori da quelle mura
un mare di cemento e di asfalto, ma loro non sono là. Non ancora.
Lui sa cosa la sua donna vuole, lo sa
sempre. Lei sa cosa il suo uomo farà, non chiede mai, basta il suo
volto a parlare.
Quella vacanza non poteva che finire
così, con un ultimo gesto d'amore, sul divano della loro normalità,
la sabbia ancora nascosta tra le pieghe dei loro corpi.
Si tuffa in lei, come insieme quella
mattina, si erano tuffati dalla scogliera, prima di partire, le
emozioni si confondono e si amplificano.
Gli umidi capelli di lei in auto quella
mattina, l'umidità del suo desiderio, il sapore di quel bacio in
acqua, il sapore del loro piacere, il rumore delle onde e del divano,
chiudere gli occhi e farsi portare, sempre.
Adesso la vacanza è davvero finita.
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