lunedì 17 dicembre 2012

Una sottile differenza


Immerso nei miei pensieri mi accorsi che il treno si era fermato solo quando ripartì. Alzai gli occhi, e, per qualche istante, non notai la differenza. Fissavo la poltrona di fronte a me, vuota, e mi chiedevo cosa non andasse nella mia visuale, giravo gli occhi nello scompartimento, smarrito.
Ero solo, nulla che non andasse, il treno lentamente acquistava velocità, sempre di più il paesaggio scorreva rapido alla mia destra, la luce della mattina coccolava i colori.
Poi lo vidi, che non c'era, cioè, non lo vidi e allora capii.
Il mio compagno di viaggio era sceso, in silenzio mi aveva abbandonato al mio andare, aveva sfiorato la mia vita con le sue esperienze ed era saltato giù.
Un peccato non averlo potuto salutare. E fu allora che ebbi un comportamento alquanto ridicolo; mi alzai e andai a sedermi là, dove prima galleggiava lui, per percepire il calore del suo corpo, per convincermi che non avevo soltanto sognato la sua presenza. Le mie valige, da quella prospettiva, apparivano estranee, enigmatiche, freddi esseri senza storia.
Rialzandomi lo trovai, era il quaderno che custodiva la sua scrittura veloce. Lo soppesai tra le mani, lo osservai meglio...

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