mercoledì 19 dicembre 2012

L'aneddoto


Chiacchieravamo del più e del meno, nel traffico scorrevole della sera. Raccontavo a lui un aneddoto lontano, niente di particolare, ma ci faceva ridere. Anche se non ero arrivata alla parte divertente.
"Pioveva quella sera, sai, proprio come oggi, ma non faceva troppo freddo. Come oggi".
Le fitte goccioline cadevano veloci, bagnavano appena, eteree.
Percorrevamo quella via a noi nota, e pensavamo solo al racconto.
Fermi al semaforo, un rumore ci distrasse. Un rumore sordo e una lieve vibrazione.
Cos'è?
Chiesi. Lui si strinse nelle spalle, io scesi a controllare. Fermi al semaforo con la pioggerellina fitta, nella via assai nota.
Arrivai all'altezza del portabagagli e lo vidi. Era un ragazzo alla fermata del tram, prendeva a calci quel che aveva intorno ed urlava, urlava a squarciagola. In quel momento un altro colpo, un altro sordo rumore vicino a noi. Anche il secondo sasso colpì l'auto, rimbalzando poco lontano.
Prima di mettermi a correre per raggiungere lo sportello -sembrava lontano nel terrore- ne vidi molti. Sassi allineati accanto a lui. E ne ebbi paura. Quei due passi infiniti percorsi, incolume, un terzo colpo vibrò tutto intorno.
Di finire l'aneddoto non avevamo più voglia.

Nessun commento:

Posta un commento