martedì 11 dicembre 2012

La lettera..accadde che...


Il treno si fermò con una brusca frenata e stridio di rotaie. Io e il mio compagno di viaggio alzammo gli occhi contemporaneamente, e questi s'incrociarono.
"Fumi una sigaretta insieme a me."
E prese dalla tasca della sacca da viaggio un pacchetto logoro. Lo seguii sulla banchina.
"Ho smesso anni fa" parlando guardava lontano, oltre la stazione "ma quando sono in viaggio, fumo di nuovo. È un momento a sé, capisce?"
Annuii, ancora ma non parlavo. Non volevo ammetterlo apertamente, ma anche a me quel giovane uomo metteva in soggezione, proprio come faceva Jack.
La banchina era quasi deserta, il treno, giunto in anticipo, non sarebbe partito prima di venti minuti.
"Forse faremo bene a prendere un caffè."
Probabilmente lo disse solamente per rompere il silenzio. Ci avviammo nel piccolo bar della stazione di quell'anonimo e sonnolento paese di provincia. Intorno un'aria di risveglio, sembrava strano a noi, che eravamo in viaggio già da qualche ora.
Un barista dall'aria distratta ci servì due caffè bollenti.
"Va lontano?"
Gli dissi il nome della cittadina, che, non me ne stupii, non conosceva.
"È in Germania, l'ultima fermata del nostro treno."
"È lontano; deve essere un viaggio stancante."
"Ogni viaggio è stancante; più che altro a livello morale e simbolico."
Mi uscì detto. L'altro non diede a vedere di essersi stupito delle mie parole.
"Io mi fermerò molto prima, ma tra poco dovrò cambiare."
Ogni sua parola era cadenzata di una strana serietà.
"Senta, scusi se sembro sfacciato...posso farle leggere una lettera"
Mentre ci avvicinavamo al treno mi spiegò. Se fosse stato un fumatore abitudinario ne avrebbe accesa un'altra, dopo il caffè.
"Circa un mese fa dovetti fare una trasferta di lavoro, un paio di giorni, niente di particolare, ogni tanto mi capita. Durante il viaggio di ritorno ebbi la sfortuna di imbattermi in uno sciopero dei trasporti, rimasi fermo in una piccola stazione, come questa, molte ore."
Non capivo, sinceramente, cosa lo induceva a raccontarmi tutto ciò, ma sono curioso, e il mio mestiere è riferire storie, non dimenticatelo, ogni spunto è gradito, infine, e sopratutto, la sua voce lasciava una scia da inseguire.
"Entrai in un bar e vi rimasi tutto il tempo, cercando di isolarmi dal mondo che mi circondava, avevo documenti di lavoro con me e la giornata scorreva veloce. Poco dopo il mio arrivo, a un tavolo vicino, sedette una donna, dagli occhi scuri, penetranti. Li sentivo nella schiena, puntura di una lama affilata; aveva un libro tra le mani, udivo il frusciare della carta quando girava pagina, e di nuovo, quando interrompeva la lettura la sensazione di essere osservato da quegli occhi belli quanto inquietanti, neri, brillavano, per quel poco che avevo potuto vedere, di viola. Chiamarono il mio treno, mi ero leggermente assopito, di corsa raggiunsi il binario, che la voce metallica pronunciava con insistenza."
Quasi potevo vedere la scena, il giovane aveva un vivo modo di narrare, molto coinvolgente.
"Avevo lasciato nel bar una piccola valigetta, me ne accorsi solo giunto a casa, conteneva solo vecchi appunti di cui potevo fare a meno, non avevo perso niente di importante e non me ne crucciai."
Si dipinse ai miei occhi una ventiquattr'ore in ecopelle marrone, con una semplice chiusura a scatto, qualche graffio di antica data ma nel complesso ben tenuta. Giaceva appoggiata su di un tavolino rotondo, tra macchie di caffè e briciole di brioches.
"Non pensai più alla valigetta, ma quegli occhi tornarono a tormentarmi spesso. Volevo dare un nome a quello sguardo che mi toglieva il sonno, ponendo interrogativi che non udivo."
Potevo benissimo immedesimarmi.
"Sulla valigetta avevo messo una banale targa con nome e indirizzo; adesso sto andando a prenderla, l'ha presa la donna con gli occhi viola."
L'uomo rimase a guardare a terra per qualche tempo.
"Forse sto solo andando a rincorrere quello sguardo. Non so."
Udimmo il fischio della partenza e, salendo sul treno, mi porse un foglio spiegazzato.
"La legga, ma la prego, non dica anche lei che sono matto."

Nessun commento:

Posta un commento