"Dove andiamo?"
L'uomo guida e non risponde. Scuote la
testa appena, come a voler scacciare un pensiero insolente.
"Dove andiamo?"
Di nuovo la voce, e quella nota di
preoccupazione che la contraddistingue.
"Andiamo".
La voce sembra essere soddisfatta.
"Torneremo?"
"Torneremo".
"Prima di sera, intendo".
"È già sera".
Le ombre hanno ormai ricoperto tutto,
la voce intuisce l'inutilità delle sue domande. Tace. Per un po'.
Poi ritorna.
"È lontano?"
"Non lo so".
Fissi gli occhi sulla strada, le luci
delle altre macchine sembrano appartenere ad altri mondi. Il traffico
è scorrevole, è un piacere scivolare via.
Poi tutto accadde velocemente, i fari
che lo precedevano, inchiodarono, li vide illuminarsi, un grido di
allarme che non ha voce.
Inchioda, ma è troppo tardi.
Il suo corpo venne estratto dalle
macerie. L'uomo, nell'auto, era solo.
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