...
Io,
come sapete già, mi chiamo Pino, ma ignorate è che sono nato a
Laguna, ed è normale che non l'abbiate mai sentina nominare, prima
d'ora; mi sono accorto, negli anni, quasi nessuno la conosce.
Tuttavia,
per capire me, e la mia storia, dovete prima capire Laguna, cosa vuol
dire nascere, vivere e crescere laggiù.
Si
dice che fu chiamata così perché prima era una palude, bonificata
da un eroe venuto dal mare e nel mare tornato subito dopo, ma è una
leggenda dei vecchi, i libri di storia non dicono niente.
Laguna
è una cittadina, si snoda lungo la costa del mare più limpido che
si sia mai visto, il mare in cui i tramonti sono i migliori al mondo.
Laguna è più lunga che larga, solo una via principale l'attraversa
tutta, da sud a nord, parallela alla costa. È interamente immersa
nella campagna.
Sornione
è lo strano nome del fiume che la taglia a metà, non è
grandissimo, ma sul suo estuario ci hanno costruito il porto, fulcro
della città.
Scusate
mi interrompo, ho già sbagliato.
Io
adesso vi dico tutto per benino, questo è così, quello è colà,
ma, realmente, io non lo so più. Era così, era cosà. Potrebbe
essere cambiato tutto, anche se ne dubito. Facciamo finta che sia
ancora come l'ho lasciata io, va bene? Mi aiuta a sognare meglio. E
sognare è importante.
Dicevo,
il porto. Prima che lo costruissero, un vero porto non c'era. Del
porto sono sicuro, anche se, neppure questo, c'è sui libri; non è
una leggenda, perché c'è una grossa targa con la data e il nome di
tutti gli uomini che l'hanno costruito. Prima le barche dei pescatori
erano solo piccole imbarcazioni a remi, tutte in legno, che venivano
lasciate sulla spiaggia, quella a sud del fiume.
Stop,
altro errore, io continuo a dimenticare cose. Ma sapete, parlare di
un posto come quello è complicato, e io sono un uomo semplice, lo
sono sempre stato, siate buoni, magari, appena parto un poco con la
storia, tutto migliora.
La
prima è che il porto è solo un porto di pescatori, ma poi lì ci
torniamo; la seconda è che c'è una grande differenza tra la riva
sud e la riva nord. La riva sud è una spiaggia continua, granellini
bianchi e finissimi, come nei film, mentre a nord, dopo il porto, o,
se vogliamo, dopo la foce, iniziano le scogliere, le insenature, i
golfi piccoli piccoli che saranno massimo, ma guardate esagero, cento
metri, da un capo all'altro, e quelli grandi un paio di chilometri,
le spiaggette nascoste, le baiettine interne, isole di sabbia grandi
appena per sedersi, e via così, anche quando finisce la città e
inizia la terra brulla e cespugliosa, che trovate dopo Laguna. Ci
sono anche tante grotte sommerse, o mezze sommerse, a saperle
conoscere, a nord; ad alcune arrivi solo dal mare, altre anche dalla
scogliera, ma, di solito, da sopra, sono passaggi stretti e
pericolosi, quasi mai praticabili. E poi c'è anche differenza tra
chi abita su o giù, il modo nostro per dire a nord e a sud, ma
questo lo dico dopo sennò ingarbuglio, a voi, e perdo il filo, io.
Sornione,
il fiume, è largo un chilometro quando la strada ci passa sopra. In
quel punto la strada diventa un ponte, via del Ponte Alto è
chiamata, anche se tanto alto in realtà non lo è. Passato sotto il
ponte, il fiume diventa porto.
Vi
piace Laguna? Carina, vero?
Però,
io avevo iniziato pensando di parlarvi delle persone di Laguna,
adesso devo rimediare.
Noi,
i Laguni, ci conosciamo tutti o quasi, almeno di vista; siamo persone
semplici, viviamo con poco, legatissimi alla nostra terra, cordiali e
riservati, gioviali, sempre in festa, ma per nulla, seri e laboriosi
nelle nostre attività, onesti e buoni. Viviamo beati nella nostra
isoletta di pace. Di pace sì, perché è così lontana da tutto che
nessuno ci passa mai, così, per caso, ero per la strada e sono
venuto a vedere com'è Laguna, nessuno ci viene in vacanza, cose da
turismo noi non ne abbiamo, né ne vogliamo, dal nostro porto non si
arriva in nessuna isola, il mare davanti è sconfinato, industrie non
ve ne è, solo qualche piccola attività artigianale del luogo, ogni
tanto arriva un grande camion a rifornire questo o quel negozio. Poi
basta, riparte subito e noi restiamo in pace. Non è che non amiamo
gli sconosciuti, solo che nessuno ha motivo di venirci, tutto qui. E
noi sempre gli stessi siamo. Ogni tanto qualcuno, un forestiero, si
stabilisce lì, appare dal nulla e non ha tanta voglia di parlare del
suo passato, ma si rivelano tutti brava gente, alla fine, oppure
altri, qualcuno dei nostri prende e se ne va, senza dire niente a
nessuno. Ma anche queste sono cose rare, capitano solo una volta ogni
molti anni, forse capitano da tutte le parti, non è strano, ma da
noi, dato che siamo sempre quei pochi, si vede di più.
In
città due cose sono importanti, la terra e il mare.
La
terra, perché la campagna è piena di orti, che le donne del paese
coltivano con cura, cresce di tutto in una terra fertile e amata come
la nostra. Poi le primizie si vendono al mercato, o si scambiano con
i vicini.
Il
mare, perché è la nostra seconda terra, quasi tutti i nostri uomini
sono pescatori; tornano al tramonto, con le reti cariche. Nel porto
c'è uno slargo chiamato il Mercato del Pesce, ma solo dalla gente,
in realtà non ha un nome vero e proprio. Funziona così. Prima che i
pescatori scendano con le loro ceste, sui pescherecci salgono gli
Chef a scegliere quelli più belli, servono nelle loro grandi cucine.
Quello che rimane, viene venduto ai Laguni radunati. Non avanza mai
niente, ma nessuno ritorna a casa senza quello che voleva.
Quasi
tutta la cittadina è sviluppata a nord, il mercato, non quello del
pesce, l'altro, i negozietti, le scuole, il piccolo ospedale, il
municipio, le banche, la posta, i ristoranti, tutto dopo il ponte. E
gran parte delle persone vivono dopo il fiume. È dopo il fiume che
vengono fatte le feste, è dopo il ponte che la gente va al mare.
Prima
del fiume solo poche case, quasi tutti anziani, oppure gli amanti
della solitudine, della tranquillità. Se preferiscono così fanno
bene, noi li rispettiamo, non ci sono distinzioni di migliore e
peggiore. Lì c'è solo un bocciodromo, un centro anziani, un piccolo
bar, e l'asilo nido per i bambini piccoli. Quella spiaggia, seppur
bellissima, viene frequentata poco, anziani che passeggiano al
mattino, coppiette innamorate al tramonto, ragazzini che giocano a
calcio, incursioni veloci, rapide, solitari notturni.
Prima
vi parlavo degli Chef, ma mi sono dimenticato di spiegare come mai ce
ne sono così tanti, in un posto così piccolo; una delle nostre
specialità sono i ristoranti di pesce. Come cucinano il pesce i
Laguni, non ve ne è altrove, non potete immaginare. Ci sono
ristoranti di tutti i tipi, e, siccome sono tutti così diversi tra
loro, lavorano tutti, non si è mai visto uno fallire. Ci sono quelli
specializzati nelle fritture, quelli nelle grigliate, quelli che
propongono specialità al forno e quelli ottimi per i primi piatti.
Alcuni invece si dedicano semplicemente ad assaggini sfiziosi. Poi ci
sono quelli più rustici ed economici e quelli più lussuosi,
ristoranti per coppiette, quelli da giovani, quelli per famiglie.
Andare a mangiare pesce a Laguna era sempre un piacere, trovavi
sempre quello che desideravi.
Mio
padre, Gino, invece, fece un'altra cosa. Magari non aveva grande
fantasia ma gli arrivò un'intuizione geniale. Lui diceva che
gliel'aveva mandata il mare. Io so che non era vero, però. Era stata
la mamma dal cielo. Aprì la prima e unica pizzeria.
A
tutto tondo.
Divenne
pizzaiolo provetto e trasmise a me la sua arte e passione.
Chi
era Pino? Era il grande pizzaiolo.
Cresciuto
tra farina e forno, iniziai da subito ad innamorarmi di quell'impasto
grumoso che dovevi lavorare come fosse stato un bambino perché poi,
se eri stato bravo con le dosi e con le mani, diventava una bella
palletta tonda e liscia. Iniziai a provar piacere nel vederla
crescere piano piano, sotto il panno che si gonfiava, fino a che non
era della consistenza giusta. Accarezzarla nuovamente per farne
diventare un bel disco schiacciato, alto tutto uguale, tutto bianco.
Farla tutta bella con i condimenti, più bella non si può e poi, con
la pala, sollevarla delicatamente per infornarla. Assistevo
stupefatto alla magia e, se ero bravo nel tirarla fuori al momento
giusto, usciva così fragrante, così profumata, così bella
marroncina che non avrei mai voluta farla mangiare a nessuno, la
dovevo conservare talmente era perfetta.
Amavo
il mio lavoro quasi quanto il mare. Era bello, a fine serata scendere
giù nella spiaggetta.
Ah
sì, perché, dimenticavo, A tutto tondo era una pizzeria sul
mare, avevamo una terrazza bellissima su di una scogliera ampia e una
caletta sabbiosa, sottostante. Mio padre fece costruire una scalinata
per accedervi, la baia era a disposizione dei clienti, se lo
volevano, per un po' di tranquillità dopo cena. Io vi scendevo ogni
sera.
Amavo
il mare alla follia, guardarlo, entrare nell'acqua tiepida, ma,
sopratutto, nuotare sotto le stelle. Questa era la cosa migliore.
Niente al mondo la superava. Le stelle, il mare, la pace, la
soddisfazione della serata. E io, che nuotavo tranquillo.
Per
me era il massimo, davvero. Poi mi successe una cosa che mi fece
cambiare idea, trovai qualcosa che amavo maggiormente.
Una
sera conobbi mia moglie.
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