venerdì 2 novembre 2012

Un tuffo a Laguna

...
Io, come sapete già, mi chiamo Pino, ma ignorate è che sono nato a Laguna, ed è normale che non l'abbiate mai sentina nominare, prima d'ora; mi sono accorto, negli anni, quasi nessuno la conosce.
Tuttavia, per capire me, e la mia storia, dovete prima capire Laguna, cosa vuol dire nascere, vivere e crescere laggiù.
Si dice che fu chiamata così perché prima era una palude, bonificata da un eroe venuto dal mare e nel mare tornato subito dopo, ma è una leggenda dei vecchi, i libri di storia non dicono niente.
Laguna è una cittadina, si snoda lungo la costa del mare più limpido che si sia mai visto, il mare in cui i tramonti sono i migliori al mondo. Laguna è più lunga che larga, solo una via principale l'attraversa tutta, da sud a nord, parallela alla costa. È interamente immersa nella campagna.
Sornione è lo strano nome del fiume che la taglia a metà, non è grandissimo, ma sul suo estuario ci hanno costruito il porto, fulcro della città.
Scusate mi interrompo, ho già sbagliato.
Io adesso vi dico tutto per benino, questo è così, quello è colà, ma, realmente, io non lo so più. Era così, era cosà. Potrebbe essere cambiato tutto, anche se ne dubito. Facciamo finta che sia ancora come l'ho lasciata io, va bene? Mi aiuta a sognare meglio. E sognare è importante.
Dicevo, il porto. Prima che lo costruissero, un vero porto non c'era. Del porto sono sicuro, anche se, neppure questo, c'è sui libri; non è una leggenda, perché c'è una grossa targa con la data e il nome di tutti gli uomini che l'hanno costruito. Prima le barche dei pescatori erano solo piccole imbarcazioni a remi, tutte in legno, che venivano lasciate sulla spiaggia, quella a sud del fiume.
Stop, altro errore, io continuo a dimenticare cose. Ma sapete, parlare di un posto come quello è complicato, e io sono un uomo semplice, lo sono sempre stato, siate buoni, magari, appena parto un poco con la storia, tutto migliora.
La prima è che il porto è solo un porto di pescatori, ma poi lì ci torniamo; la seconda è che c'è una grande differenza tra la riva sud e la riva nord. La riva sud è una spiaggia continua, granellini bianchi e finissimi, come nei film, mentre a nord, dopo il porto, o, se vogliamo, dopo la foce, iniziano le scogliere, le insenature, i golfi piccoli piccoli che saranno massimo, ma guardate esagero, cento metri, da un capo all'altro, e quelli grandi un paio di chilometri, le spiaggette nascoste, le baiettine interne, isole di sabbia grandi appena per sedersi, e via così, anche quando finisce la città e inizia la terra brulla e cespugliosa, che trovate dopo Laguna. Ci sono anche tante grotte sommerse, o mezze sommerse, a saperle conoscere, a nord; ad alcune arrivi solo dal mare, altre anche dalla scogliera, ma, di solito, da sopra, sono passaggi stretti e pericolosi, quasi mai praticabili. E poi c'è anche differenza tra chi abita su o giù, il modo nostro per dire a nord e a sud, ma questo lo dico dopo sennò ingarbuglio, a voi, e perdo il filo, io.
Sornione, il fiume, è largo un chilometro quando la strada ci passa sopra. In quel punto la strada diventa un ponte, via del Ponte Alto è chiamata, anche se tanto alto in realtà non lo è. Passato sotto il ponte, il fiume diventa porto.
Vi piace Laguna? Carina, vero?
Però, io avevo iniziato pensando di parlarvi delle persone di Laguna, adesso devo rimediare.
Noi, i Laguni, ci conosciamo tutti o quasi, almeno di vista; siamo persone semplici, viviamo con poco, legatissimi alla nostra terra, cordiali e riservati, gioviali, sempre in festa, ma per nulla, seri e laboriosi nelle nostre attività, onesti e buoni. Viviamo beati nella nostra isoletta di pace. Di pace sì, perché è così lontana da tutto che nessuno ci passa mai, così, per caso, ero per la strada e sono venuto a vedere com'è Laguna, nessuno ci viene in vacanza, cose da turismo noi non ne abbiamo, né ne vogliamo, dal nostro porto non si arriva in nessuna isola, il mare davanti è sconfinato, industrie non ve ne è, solo qualche piccola attività artigianale del luogo, ogni tanto arriva un grande camion a rifornire questo o quel negozio. Poi basta, riparte subito e noi restiamo in pace. Non è che non amiamo gli sconosciuti, solo che nessuno ha motivo di venirci, tutto qui. E noi sempre gli stessi siamo. Ogni tanto qualcuno, un forestiero, si stabilisce lì, appare dal nulla e non ha tanta voglia di parlare del suo passato, ma si rivelano tutti brava gente, alla fine, oppure altri, qualcuno dei nostri prende e se ne va, senza dire niente a nessuno. Ma anche queste sono cose rare, capitano solo una volta ogni molti anni, forse capitano da tutte le parti, non è strano, ma da noi, dato che siamo sempre quei pochi, si vede di più.
In città due cose sono importanti, la terra e il mare.
La terra, perché la campagna è piena di orti, che le donne del paese coltivano con cura, cresce di tutto in una terra fertile e amata come la nostra. Poi le primizie si vendono al mercato, o si scambiano con i vicini.
Il mare, perché è la nostra seconda terra, quasi tutti i nostri uomini sono pescatori; tornano al tramonto, con le reti cariche. Nel porto c'è uno slargo chiamato il Mercato del Pesce, ma solo dalla gente, in realtà non ha un nome vero e proprio. Funziona così. Prima che i pescatori scendano con le loro ceste, sui pescherecci salgono gli Chef a scegliere quelli più belli, servono nelle loro grandi cucine. Quello che rimane, viene venduto ai Laguni radunati. Non avanza mai niente, ma nessuno ritorna a casa senza quello che voleva.
Quasi tutta la cittadina è sviluppata a nord, il mercato, non quello del pesce, l'altro, i negozietti, le scuole, il piccolo ospedale, il municipio, le banche, la posta, i ristoranti, tutto dopo il ponte. E gran parte delle persone vivono dopo il fiume. È dopo il fiume che vengono fatte le feste, è dopo il ponte che la gente va al mare.
Prima del fiume solo poche case, quasi tutti anziani, oppure gli amanti della solitudine, della tranquillità. Se preferiscono così fanno bene, noi li rispettiamo, non ci sono distinzioni di migliore e peggiore. Lì c'è solo un bocciodromo, un centro anziani, un piccolo bar, e l'asilo nido per i bambini piccoli. Quella spiaggia, seppur bellissima, viene frequentata poco, anziani che passeggiano al mattino, coppiette innamorate al tramonto, ragazzini che giocano a calcio, incursioni veloci, rapide, solitari notturni.
Prima vi parlavo degli Chef, ma mi sono dimenticato di spiegare come mai ce ne sono così tanti, in un posto così piccolo; una delle nostre specialità sono i ristoranti di pesce. Come cucinano il pesce i Laguni, non ve ne è altrove, non potete immaginare. Ci sono ristoranti di tutti i tipi, e, siccome sono tutti così diversi tra loro, lavorano tutti, non si è mai visto uno fallire. Ci sono quelli specializzati nelle fritture, quelli nelle grigliate, quelli che propongono specialità al forno e quelli ottimi per i primi piatti. Alcuni invece si dedicano semplicemente ad assaggini sfiziosi. Poi ci sono quelli più rustici ed economici e quelli più lussuosi, ristoranti per coppiette, quelli da giovani, quelli per famiglie. Andare a mangiare pesce a Laguna era sempre un piacere, trovavi sempre quello che desideravi.
Mio padre, Gino, invece, fece un'altra cosa. Magari non aveva grande fantasia ma gli arrivò un'intuizione geniale. Lui diceva che gliel'aveva mandata il mare. Io so che non era vero, però. Era stata la mamma dal cielo. Aprì la prima e unica pizzeria.
A tutto tondo.
Divenne pizzaiolo provetto e trasmise a me la sua arte e passione.
Chi era Pino? Era il grande pizzaiolo.
Cresciuto tra farina e forno, iniziai da subito ad innamorarmi di quell'impasto grumoso che dovevi lavorare come fosse stato un bambino perché poi, se eri stato bravo con le dosi e con le mani, diventava una bella palletta tonda e liscia. Iniziai a provar piacere nel vederla crescere piano piano, sotto il panno che si gonfiava, fino a che non era della consistenza giusta. Accarezzarla nuovamente per farne diventare un bel disco schiacciato, alto tutto uguale, tutto bianco. Farla tutta bella con i condimenti, più bella non si può e poi, con la pala, sollevarla delicatamente per infornarla. Assistevo stupefatto alla magia e, se ero bravo nel tirarla fuori al momento giusto, usciva così fragrante, così profumata, così bella marroncina che non avrei mai voluta farla mangiare a nessuno, la dovevo conservare talmente era perfetta.
Amavo il mio lavoro quasi quanto il mare. Era bello, a fine serata scendere giù nella spiaggetta.
Ah sì, perché, dimenticavo, A tutto tondo era una pizzeria sul mare, avevamo una terrazza bellissima su di una scogliera ampia e una caletta sabbiosa, sottostante. Mio padre fece costruire una scalinata per accedervi, la baia era a disposizione dei clienti, se lo volevano, per un po' di tranquillità dopo cena. Io vi scendevo ogni sera.
Amavo il mare alla follia, guardarlo, entrare nell'acqua tiepida, ma, sopratutto, nuotare sotto le stelle. Questa era la cosa migliore. Niente al mondo la superava. Le stelle, il mare, la pace, la soddisfazione della serata. E io, che nuotavo tranquillo.
Per me era il massimo, davvero. Poi mi successe una cosa che mi fece cambiare idea, trovai qualcosa che amavo maggiormente.
Una sera conobbi mia moglie.

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