domenica 28 ottobre 2012

Il porto all'alba

I fumi dell'alba lentamente si dissipano verso l'alto e la mattina inizia a irradiare il suo chiarore sulla città. Questa città che apre un occhio e si stira, ma credetemi, fa finta, questa è una città che non dorme mai. Già, ma dove siamo?
In nessun luogo e in nessun tempo, o forse mi sbaglio, questa città è esistita e nessuno di noi lo saprà mai, sepolta sotto cumoli di scartoffie ingiallite, oppure esisterà, in un tempo che ormai non potremo vedere. Che importa? Questa nostra città da favola e da leggenda, sospesa in un tempo che fluttua, è un semplice scenario in cui la nostra storia ha origine. O meglio, mi correggo di nuovo, da cui la farò partire, dato che è, l'origine di una storia, concetto quanto mai splendidamente sfumato, a perfetta discrezione del narrante. E la nostra è una storia di uomini, e poco tange, me, voi, o loro il dove, io voglio raccontarvi il cosa successe, e questo state pur tranquilli, è assai reale.
Prima che l'alba ci abbandoni del tutto voglio farvi notare due particolari di questo scenario, in cui solo i più fantasiosi di voi avranno iniziato a vedere qualcosa. Contate tre pontili partendo dalla vostra destra e, tra le tante navi ormaggiate, ce ne è una che ha appena calato l'ancora, la bandiera che sventola è quella Verderame del Signore, la stiva è vuota, viene dall'isola dell'Oro, dove ha scaricato ingenti quantità alimentari, ma sopratutto, se la licenza è permessa, manifatturiere, stipate orrendamente all'andata; a bordo solo l'equipaggio e, nascosto nella ricca dispensa, le navi del Signore non badano a spese, un ragazzetto impaurito. Diciamo pure un nerastro ragazzetto impaurito, sia per naturale carnagione, sia per la costante esposizione al sole dell'isola dell'Oro, o, e io propenderei più per questa, sia per il sudiciume, raccolto nell'angusta tana che si era trovato nei tre giorni di navigazione, tale il tempo necessario per raggiungerla; lascio a voi la scelta. Ancora non sta credendo di essere riuscito a scappare, immagina che adesso non gli si prospetti un seguito facile.
Accanto, un'altra nave, è arrivata giusto qualche minuto prima, anch'essa con la verde bandiera issata. L'equipaggio è già sceso, solo alcuni mozzi mancano all'appello, non mi stupisco che siano finiti in mare, nel lembo percorso nei tre giorni; insieme all'equipaggio sono scese delle donne, a vederle non servono domande, vi darò solo un'informazione in più che non potreste intuire da altri particolari, ma che, ai fini della nostra storia non è secondaria; quelle donne mancano da là da circa un annetto. Alcune sono giovani e altre meno, e una, forse la più giovane in assoluto è visibilmente incinta; una bellezza che magari ci fu, adesso non si vede, solo dolore nel suo corpo, si vede da lontano che sta male, e la malattia sembra asciugarla. Barcollando cammina in disparte, la potete vedere poco lontano, eccola, sta entrando in una taverna, e possiamo scommettere che difficilmente varcherà quella soglia nuovamente.
Adesso, che l'alba ci ha davvero abbandonato, possiamo allargare la visuale.
Questa città viene detta "Il Porto", e, a pensarci è molto strano; il regno del Signore si sviluppa su di una miriade di piccole isolette e lungo tutta la costa, che insegue tale tratto di mare, ma solo questo è il porto. L'unica ipotesi, e temo proprio che sia giusta, perchè è il più malfamato. Si narra che anticamente il Regno fosse costituito solo dall'Isola dell'Oro e che la stirpe del Signori discenda semplicemente dall'allora padrone della ricca miniera. Sono però voci, non posso confermarvele, come anche sono voci che nessuno abbia mai visto i confini attuali di tale Regno. Non so dirvelo con precisione.
Se quest'aria umida vi entra nelle ossa come una lama, se quest'odore tra il pesce e il marcio vi fa rimpiangere di avere uno stomaco e se questo frastuono vi rintrona fino a farvi intontire non vi dò certo torto, nè posso dirvi che vi ci abituerete; qua, al porto resiste solo la feccia doc, o quelli davvero disperati come in ogni porto malfamato che si rispetti. Fosse stata in voga la pirateria, ai tempi della nostra storia, si sarebbe trovata bene qui; mi rincresce, il nostro porto è sprovvisto di pirati, ma, non temete, ogni altro traffico è praticato, ogni altro vizzio, se è quello che vi interessa, trova il modo di essere soddisfatto, e se siete più propensi ad affari poco puliti, prego, troverete chi fa per voi.
Al porto non giunge neppure il suono delle campane che il vecchio parroco suona puntualmente, credo che faccia dietrofront e se ne tornì in città. E cosa dire del resto della città? Tranquilla, placida, anonima, che dolcemente volta la testa per non sentire il suo olezzo malfamato? Il resto della città non mi ha mai interessato molto.

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