I fumi dell'alba lentamente si
dissipano verso l'alto e la mattina inizia a irradiare il suo
chiarore sulla città. Questa città che apre un occhio e si stira,
ma credetemi, fa finta, questa è una città che non dorme mai. Già,
ma dove siamo?
In nessun luogo e in nessun tempo, o
forse mi sbaglio, questa città è esistita e nessuno di noi lo saprà
mai, sepolta sotto cumoli di scartoffie ingiallite, oppure esisterà,
in un tempo che ormai non potremo vedere. Che importa? Questa nostra
città da favola e da leggenda, sospesa in un tempo che fluttua, è
un semplice scenario in cui la nostra storia ha origine. O meglio, mi
correggo di nuovo, da cui la farò partire, dato che è, l'origine di
una storia, concetto quanto mai splendidamente sfumato, a perfetta
discrezione del narrante. E la nostra è una storia di uomini, e poco
tange, me, voi, o loro il dove, io voglio raccontarvi il cosa
successe, e questo state pur tranquilli, è assai reale.
Prima che l'alba ci abbandoni del tutto
voglio farvi notare due particolari di questo scenario, in cui solo i
più fantasiosi di voi avranno iniziato a vedere qualcosa. Contate
tre pontili partendo dalla vostra destra e, tra le tante navi
ormaggiate, ce ne è una che ha appena calato l'ancora, la bandiera
che sventola è quella Verderame del Signore, la stiva è vuota,
viene dall'isola dell'Oro, dove ha scaricato ingenti quantità
alimentari, ma sopratutto, se la licenza è permessa, manifatturiere,
stipate orrendamente all'andata; a bordo solo l'equipaggio e,
nascosto nella ricca dispensa, le navi del Signore non badano a
spese, un ragazzetto impaurito. Diciamo pure un nerastro ragazzetto
impaurito, sia per naturale carnagione, sia per la costante
esposizione al sole dell'isola dell'Oro, o, e io propenderei più per
questa, sia per il sudiciume, raccolto nell'angusta tana che si era
trovato nei tre giorni di navigazione, tale il tempo necessario per
raggiungerla; lascio a voi la scelta. Ancora non sta credendo di
essere riuscito a scappare, immagina che adesso non gli si prospetti
un seguito facile.
Accanto, un'altra nave, è arrivata
giusto qualche minuto prima, anch'essa con la verde bandiera issata.
L'equipaggio è già sceso, solo alcuni mozzi mancano all'appello,
non mi stupisco che siano finiti in mare, nel lembo percorso nei tre
giorni; insieme all'equipaggio sono scese delle donne, a vederle non
servono domande, vi darò solo un'informazione in più che non
potreste intuire da altri particolari, ma che, ai fini della nostra
storia non è secondaria; quelle donne mancano da là da circa un
annetto. Alcune sono giovani e altre meno, e una, forse la più
giovane in assoluto è visibilmente incinta; una bellezza che magari
ci fu, adesso non si vede, solo dolore nel suo corpo, si vede da
lontano che sta male, e la malattia sembra asciugarla. Barcollando
cammina in disparte, la potete vedere poco lontano, eccola, sta
entrando in una taverna, e possiamo scommettere che difficilmente
varcherà quella soglia nuovamente.
Adesso, che l'alba ci ha davvero
abbandonato, possiamo allargare la visuale.
Questa città viene detta "Il
Porto", e, a pensarci è molto strano; il regno del Signore si
sviluppa su di una miriade di piccole isolette e lungo tutta la
costa, che insegue tale tratto di mare, ma solo questo è il porto.
L'unica ipotesi, e temo proprio che sia giusta, perchè è il più
malfamato. Si narra che anticamente il Regno fosse costituito solo
dall'Isola dell'Oro e che la stirpe del Signori discenda
semplicemente dall'allora padrone della ricca miniera. Sono però
voci, non posso confermarvele, come anche sono voci che nessuno abbia
mai visto i confini attuali di tale Regno. Non so dirvelo con
precisione.
Se quest'aria umida vi entra nelle ossa
come una lama, se quest'odore tra il pesce e il marcio vi fa
rimpiangere di avere uno stomaco e se questo frastuono vi rintrona
fino a farvi intontire non vi dò certo torto, nè posso dirvi che vi
ci abituerete; qua, al porto resiste solo la feccia doc, o quelli
davvero disperati come in ogni porto malfamato che si rispetti. Fosse
stata in voga la pirateria, ai tempi della nostra storia, si sarebbe
trovata bene qui; mi rincresce, il nostro porto è sprovvisto di
pirati, ma, non temete, ogni altro traffico è praticato, ogni altro
vizzio, se è quello che vi interessa, trova il modo di essere
soddisfatto, e se siete più propensi ad affari poco puliti, prego,
troverete chi fa per voi.
Al porto non giunge neppure il suono
delle campane che il vecchio parroco suona puntualmente, credo che
faccia dietrofront e se ne tornì in città. E cosa dire del resto
della città? Tranquilla, placida, anonima, che dolcemente volta la
testa per non sentire il suo olezzo malfamato? Il resto della città
non mi ha mai interessato molto.
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